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"Ogni vittima diventa carnefice. E se non riesce a prendersela con gli altri, se la prende con sé stessa."

Avevo sentito questa frase e mi ha lasciato addosso una scia di pensieri, come gocce sottili che non puoi ignorare.

Mi ha colpito perché è scomoda. Perché va dritta lì, dove non vogliamo guardare. Eppure… è così vera.Molte persone si identificano con il ruolo della vittima: "Mi è stato fatto del male, mi hanno ferita, la vita non è stata giusta con me."

E in parte è vero. La vita può essere dura, ingiusta, cruda.

Ma il punto non è quello che ti è successo.

Il punto è che cosa fai con quello che ti è successo.


🔄 La dinamica nascosta: da vittima a carnefice

Quando restiamo bloccati troppo a lungo nel ruolo della vittima, qualcosa in noi si spezza. Quel dolore non espresso, quella rabbia repressa, quella frustrazione soffocata… prima o poi deve uscire.

E lo fa, in uno di questi due modi:

  1. Contro gli altri:
    Diventiamo cinici, duri, arrabbiati con il mondo. Iniziamo a proiettare sugli altri la nostra ferita: giudichiamo, critichiamo, manipoliamo. Inconsciamente, cerchiamo vendetta per ciò che abbiamo subito.
  2. Contro noi stessi:
    Se non abbiamo il coraggio o la possibilità di esprimere fuori il nostro dolore, iniziamo a farci male da dentro. Ci autosabotiamo, ci limitiamo, ci puniamo. Ci raccontiamo che non valiamo abbastanza, che non possiamo farcela, che è troppo tardi.

🔍 Come riconoscere questi atteggiamenti?

Ecco alcuni segnali comuni che indicano che la vittima sta diventando carnefice… anche se in modo silenzioso:

  • Ti senti spesso incompreso o tradito, anche senza motivi oggettivi.
  • Proietti sugli altri colpe o responsabilità per ciò che senti.
  • Sei ipercritico con te stesso o con chi ti è vicino.
  • Eviti il confronto diretto, ma covi rancore.
  • Ti chiudi in te stesso/a e coltivi pensieri autodistruttivi.
  • Hai difficoltà ad accettare il successo, la felicità o l’amore: “non me lo merito davvero.”

🛠️ Come interrompere questo ciclo distruttivo

  1. Riconosci il tuo ruolo
    Non per colpevolizzarti, ma per assumerti la responsabilità del tuo cambiamento. Finché resti nella parte della vittima, non hai potere.
    Quando dici: “Ok, questo mi è successo. Ma ora decido io cosa farne,” allora sì che inizi a guarire.
  2. Guarda con onestà le tue reazioni
    Ti stai vendicando o stai cercando giustizia? Ti stai proteggendo o ti stai punendo?
    La differenza è sottile, ma fondamentale.
  3. Smetti di farti guerra
    Ogni volta che ti parli male, che ti svaluti, che ti blocchi per paura… stai diventando il tuo stesso carnefice.
    Trattati come tratteresti qualcuno che ami davvero. Con presenza, gentilezza e verità.
  4. Cerca uno spazio sicuro dove riflettere
    Può essere una persona, un terapeuta, o un gruppo di sostegno come quello che trovi nel nostro canale Telegram.
    Condividere, ascoltare, confrontarsi… è il primo passo per uscire dall’isolamento e cambiare davvero.

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❤️ L’arte del perdono: verso sé stessi, prima di tutto

Non possiamo cambiare il passato. Ma possiamo cambiare il nostro sguardo su di esso.

Perdonarsi, smettere di farsi la guerra dentro, è un atto rivoluzionario.

È lì che la vittima guarisce.

È lì che smette di diventare carnefice.

"Quando smetti di punirti, inizi finalmente a vivere."

E tu, che scelta vuoi fare da oggi?

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